Fantasmi del passato by Marco Vichi

Fantasmi del passato by Marco Vichi

autore:Marco Vichi
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: Guanda
pubblicato: 2014-06-16T22:00:00+00:00


Alle otto e un quarto spinse la porta dell'ufficio. Aveva dormito sì e no cinque ore, ma non si sentiva troppo stanco. Forse era merito del freddo.

Appena si sedette, prese il telefono e se lo mise davanti. Non poteva rassegnarsi, doveva fare un altro tentativo. Chi era quella bella creatura che aveva fatto innamorare Antonio Migliorini? Possibile che davvero nessuno ne sapesse nulla? Stese sulla scrivania l'elenco delle solite persone che erano già state ascoltate più volte, e cominciò a chiamarle una dopo l'altra. I figli, la sorella, la nuora, gli amici... Come per miracolo riuscì a parlare con tutti, anche se in alcuni casi dopo qualche tentativo a vuoto. Ma non arrivò a niente, aveva buttato via due ore. Nessuno aveva mai visto quella donna. I parenti non sapevano nemmeno della sua esistenza, cadevano dalle nuvole, e alcuni di loro si erano addirittura messi a far domande su di lei, una cosa davvero ridicola.

A Juliette non aveva telefonato, era certo che non sapesse nulla più di quel che gli aveva già detto. Si soffermò un attimo a pensare a lei, e sentì il cuore battere un po' più svelto. Chissà se si sarebbero mai rivisti. Di sicuro non sarebbe tornato da lei come cliente, ma la vita a volte era così originale...

Fece anche il numero di Oberto, ma non per chiedergli della femmina misteriosa, visto che era stato l'unico a dargli una descrizione della donna, anche se vaga. Aveva provato a chiamarlo senza un motivo preciso, forse nella speranza che saltasse fuori qualcos'altro, magari per caso. Ma non lo trovò. Oberto non era quasi mai a casa. Adesso era anche ricco, e chissà se avrebbe fatto la formica o la cicala. E Juliette? Avrebbe smesso di fare il suo antico mestiere? O per lei era in un certo qual modo una passione? Di certo poteva permettersi di scegliere, e questo le facilitava le cose... Ecco, stava di nuovo pensando a lei...

Bussarono alla porta. Era Piras. Non entrò nemmeno, rimase sulla soglia con la mano sulla maniglia. Doveva uscire subito con Rinaldi e Tapinassi, per via di una manifestazione di studenti. Gli portava notizie di Averino Buzzi, lo spennatore di polli...

«È rinchiuso nel penitenziario di Pistoia da quasi un anno, e deve scontarne altri due. Ha accoltellato due persone durante una rissa ed era recidivo.»

«Un altro buco nell'acqua.»

«Adesso devo andare.»

«Grazie, Piras...»

«Prego, dottore.» Il sardo richiuse la porta, e nella stanza tornò il silenzio. Ma non era un silenzio normale, non aveva a che fare con l'assenza di rumori. Era piuttosto una specie di vuoto che avvolgeva l'omicidio di Antonio Migliorini. Un cadavere in mezzo al deserto, circondato da immense distese di sabbia dove il vento aveva cancellato ogni traccia. In fondo all'orizzonte si scorgeva il miraggio tremolante e misterioso di una donna senza volto...

Porca miseria, non aveva nessuna intenzione di lasciarsi opprimere dallo sconforto. Sentiva il bisogno di distrarsi, di lasciar perdere il lavoro per qualche ora. Il sole batteva sui vetri polverosi della finestra, e in alto sopra i tetti si vedeva uno spicchio di cielo limpido.



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